mercoledì 4 maggio 2011

muri che osservano, volti che parlano....




..ecco cosa penso osservando le realizzazioni di Alexandre Farto.

Sono opere diverse dai soliti graffiti fatti sui muri delle nostre città, sono opere che fan parlare l'architettura, che fan permeare la materia di cui un edificio è fatto, e quindi fan trasparire la sua storia, la sua età, i suoi "acciacchi", i suoi cambiamenti, proprio come se fosse un essere vivente che nel tempo si trasforma per testimoniare la sua storia e quella delle persone che l'hanno vissuta.
L'artista mostra il vero volto degli edifici, delle strade e della città, che sono luoghi fatti dall'uomo per l'uomo, per essere vissuti.
E' proprio questo l'intento dell'artista che con le sue realizzazioni vuole testimoniare e ricordare il periodo post-fascismo in Portogallo, quando con la democrazia appena instaurata, i cittadini, liberi, iniziarono a utilizzare la strada e i muri che la percorrevano come principale luogo di espressione.

Per questo per realizzare i suoi lavori Farto spesso strappa i cartelloni pubblicitari, espressione non della collettività ma del marketing, e, scorticando l'intonaco, realizza, con materiali trovati in situ, martello, scalpello, acidi, esplosivo, vernici, candeggina, le sue opere, che rappresentano volti di gente comune, che cammina per le strade, la gente che da vita e rende viva la città.

Giuditta

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