sabato 2 luglio 2011

Il nostro video

Nota: A causa della bassissima qualità in cui è stato esportato per poterlo caricare qui sul blog alcune tempistiche di immagini e video non corrispondono all'originale.

La nostra lavagna

lunedì 27 giugno 2011

Oporto: Casa da Musica, Rem Koolhaas

Ritrovandosi in questo curioso e sfaccettato diamante architettonico ci si imbatte in enormi sale, auditorium sia all'interno che all'esterno, e piccoli scorci ed angoli imprevisti.
Già dall'esterno comunica un senso di pace e di purezza nonostante la sua complessa articolazione di spazi, strutture e riferimenti.
L'ingresso con questa essenziale scala monumentale identifica un punto focale del progetto, come ad accogliere il visitatore in questo spazio che è altro rispetto la città.
Il "diamante" è circondato da una pavimentazione in onde, con insenature e pieghe, che connotano lo spazio con una varietà di funzioni in continuo mutamento (spettacoli, sosta, attraversamento, uso delle dune come pista per skateboard o biciclette, luogo di ritrovo e altri ancora).
Gli interni sono una continua scoperta, e ogni angolo ha una specifica connotazione e un significato, che sia riguardante elementi quali: la musica, la tradizione portoghese delle maioliche, la pace, la tranquillità, lo stupore, l'accoglienza o l'evento.

giovedì 23 giugno 2011

"In giardino i bambini giocavano in mezzo al passato remoto dei secoli"
Erri De Luca - Il giorno prima della felicità

domenica 19 giugno 2011

CONTROCITTA'

La triste città di Santiago
distende gambe polverose
s'allunga come un cacio grigio
e dal cielo puro e duro
si vede come un ragno morto.

La fecero di mattone triste
i tetri conquistatori
poi le mosche, il fumo,
i veicoli opprimenti,
i cileni che pelan patate,
gli odori del Mattatoio,
le tristezze municipali,
sotterrarono la mia città,
l'abbandonaron lentamente,
la seppellirono nelle ceneri

Poi i figli di Chicago
fecero pallidi cassoni
e ogni volta era più triste
la povera città d'inverno:
sconquassate automobili
la martirizzavano con furia,
sulle cantonate oscillavano le notizie opprimenti
dei giornali insanguinati.

Tutti i ricchi fuggirono
con mobili e fotografie,
lontano sulla cordigliera,
li dormivano tra le rose,
ma al mattino ritornavano
al centro della povera città
con denti duri di pantera.

I poveri non poterono andarsene,
né i cabarets senza speranza
dove ballavano senza decoro
i giovani sopravvissuti;
l'uomo qui si abituò
a passare tra gli stracci,
così come un brivido corre per le pareti dell'inverno.

Il carcere è posto in mezzo
alla povera città colpita,
è un carcere con carie,
con neri denti pustolenti
e opprime la città, le aggiunge
la sua spruzzata di sangue,
la sua massa di dolori.

Che posso fare, mia povera patria?
Vengono e vanno i presidenti
e il cuore s'empie di fumo;
si pietrificano i governi
e la città non si scuote,
sussurran tutti senza parlare,
s'incrociano lampi d'odio.

io crebbi in queste strade tristi
osservando i negozi di ferramenta,
i mercati della verdura,
e quando la città invecchia,
si prostituisce, si dissangua,
muore tanto è polverosa:

quando l'estate senza foglie,
il povero autunno senza monete,
l'inverno color di morte
coprono la cittadinanza,
soffro come una strada:
e ubbidendo alle mie pene
mi metto a ballar di tristezza.

perchè suppongo che un giorno
vedran alberi, vedranno acque
i disgraziati viandanti:
sapran come cade la pioggia
non solo sopra i cappelli,
potran conoscere la luce
e l'equilibrio dell'autunno.

Pablo Neruda

venerdì 27 maggio 2011

giovedì 12 maggio 2011

Giocare in un luogo in divenire






Children’s Playground

ROMI KHOSLA DESIGN STUDIOS

Haryana, India


”[…]

Gli uomini di sapone

e le loro signore

sono sempre puliti

e mandano buon odore.

Sono bolle di sapone

le loro parole,

escono dalla bocca

e danzano al sole.

[…]

Nelle case, per le strade

dappertutto in ogni momento

milioni di bolle

Volano via con il vento.

Il vento le fa scoppiare

silenziosamente ..

e di tante belle parole

non rimane più niente.”

- Gianni Rodari

martedì 10 maggio 2011

spulciando qua e là...spunti per il progetto






immagini 1 e 2 _ Van Beuningenplein playground, Carve, Amsterdam

immagini 3, 4 e 5_ PS1 Pole Dance ,SO-IL,New York, USA





un buon progetto di scuola:
manodopera locale
materiali semplici e propri del luogo
colori vivi
spazi ampi accostati a spazi raccolti
luce

Giuditta

giovedì 5 maggio 2011

I tre microspazi







I tre microspazi su cui andremo a lavorare si trovano lungo via San Vito, e sono collegati dalla strada stessa.
Il primo microspazio è di fronte ad un Liceo Artistico, il secondo è un parcheggio e infine l'ultimo è un ritaglio di verde in una zona residenziale.
Cosa faremo??bella domanda...l'idea è creatività e arte di strada

mercoledì 4 maggio 2011

muri che osservano, volti che parlano....




..ecco cosa penso osservando le realizzazioni di Alexandre Farto.

Sono opere diverse dai soliti graffiti fatti sui muri delle nostre città, sono opere che fan parlare l'architettura, che fan permeare la materia di cui un edificio è fatto, e quindi fan trasparire la sua storia, la sua età, i suoi "acciacchi", i suoi cambiamenti, proprio come se fosse un essere vivente che nel tempo si trasforma per testimoniare la sua storia e quella delle persone che l'hanno vissuta.
L'artista mostra il vero volto degli edifici, delle strade e della città, che sono luoghi fatti dall'uomo per l'uomo, per essere vissuti.
E' proprio questo l'intento dell'artista che con le sue realizzazioni vuole testimoniare e ricordare il periodo post-fascismo in Portogallo, quando con la democrazia appena instaurata, i cittadini, liberi, iniziarono a utilizzare la strada e i muri che la percorrevano come principale luogo di espressione.

Per questo per realizzare i suoi lavori Farto spesso strappa i cartelloni pubblicitari, espressione non della collettività ma del marketing, e, scorticando l'intonaco, realizza, con materiali trovati in situ, martello, scalpello, acidi, esplosivo, vernici, candeggina, le sue opere, che rappresentano volti di gente comune, che cammina per le strade, la gente che da vita e rende viva la città.

Giuditta

domenica 1 maggio 2011



"E’ la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi, per essere esatti, tre volte virgola quattordici; […] il che, ho pensato, è una gran figata, perché, ho pensato, c’è una regola per loro vuoi che non ci sia per noi, voglio dire, il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso e che tutto questo sbandare da una parte all’altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benché indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza perché in realtà è semplicemente il nostro modo si andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura, per così dire"

City - Alessandro Baricco

Camilla