lunedì 27 giugno 2011

Oporto: Casa da Musica, Rem Koolhaas

Ritrovandosi in questo curioso e sfaccettato diamante architettonico ci si imbatte in enormi sale, auditorium sia all'interno che all'esterno, e piccoli scorci ed angoli imprevisti.
Già dall'esterno comunica un senso di pace e di purezza nonostante la sua complessa articolazione di spazi, strutture e riferimenti.
L'ingresso con questa essenziale scala monumentale identifica un punto focale del progetto, come ad accogliere il visitatore in questo spazio che è altro rispetto la città.
Il "diamante" è circondato da una pavimentazione in onde, con insenature e pieghe, che connotano lo spazio con una varietà di funzioni in continuo mutamento (spettacoli, sosta, attraversamento, uso delle dune come pista per skateboard o biciclette, luogo di ritrovo e altri ancora).
Gli interni sono una continua scoperta, e ogni angolo ha una specifica connotazione e un significato, che sia riguardante elementi quali: la musica, la tradizione portoghese delle maioliche, la pace, la tranquillità, lo stupore, l'accoglienza o l'evento.

giovedì 23 giugno 2011

"In giardino i bambini giocavano in mezzo al passato remoto dei secoli"
Erri De Luca - Il giorno prima della felicità

domenica 19 giugno 2011

CONTROCITTA'

La triste città di Santiago
distende gambe polverose
s'allunga come un cacio grigio
e dal cielo puro e duro
si vede come un ragno morto.

La fecero di mattone triste
i tetri conquistatori
poi le mosche, il fumo,
i veicoli opprimenti,
i cileni che pelan patate,
gli odori del Mattatoio,
le tristezze municipali,
sotterrarono la mia città,
l'abbandonaron lentamente,
la seppellirono nelle ceneri

Poi i figli di Chicago
fecero pallidi cassoni
e ogni volta era più triste
la povera città d'inverno:
sconquassate automobili
la martirizzavano con furia,
sulle cantonate oscillavano le notizie opprimenti
dei giornali insanguinati.

Tutti i ricchi fuggirono
con mobili e fotografie,
lontano sulla cordigliera,
li dormivano tra le rose,
ma al mattino ritornavano
al centro della povera città
con denti duri di pantera.

I poveri non poterono andarsene,
né i cabarets senza speranza
dove ballavano senza decoro
i giovani sopravvissuti;
l'uomo qui si abituò
a passare tra gli stracci,
così come un brivido corre per le pareti dell'inverno.

Il carcere è posto in mezzo
alla povera città colpita,
è un carcere con carie,
con neri denti pustolenti
e opprime la città, le aggiunge
la sua spruzzata di sangue,
la sua massa di dolori.

Che posso fare, mia povera patria?
Vengono e vanno i presidenti
e il cuore s'empie di fumo;
si pietrificano i governi
e la città non si scuote,
sussurran tutti senza parlare,
s'incrociano lampi d'odio.

io crebbi in queste strade tristi
osservando i negozi di ferramenta,
i mercati della verdura,
e quando la città invecchia,
si prostituisce, si dissangua,
muore tanto è polverosa:

quando l'estate senza foglie,
il povero autunno senza monete,
l'inverno color di morte
coprono la cittadinanza,
soffro come una strada:
e ubbidendo alle mie pene
mi metto a ballar di tristezza.

perchè suppongo che un giorno
vedran alberi, vedranno acque
i disgraziati viandanti:
sapran come cade la pioggia
non solo sopra i cappelli,
potran conoscere la luce
e l'equilibrio dell'autunno.

Pablo Neruda